Frase di Alberto Bevilacqua

Circa un mese prima di quella notte, mi era accaduto un fatto irragionevole; fu la domenica in cui si cominciò ad andare al mare, con Giovanna euforica perché – dato il caldo eccezionale di quella fine di maggio – le si annunciava la possibilità d'iniziare i bagni con molto anticipo sugli altri anni. Mia moglie ama il mare, il sole, il caldo; una vera dalmata, da parte di madre nata e vissuta a lungo in coste selvagge, le dà un sangue eccitabile alle libertà naturali e le fa ritrovare un'allegria dei sensi in tutto ciò che è luminosità e spazio. Così Giovanna si risveglia dal fisico letargo in cui s'abbandona nei mesi brutti come se la luce, quando non le sta intorno, si affievolisce anche dentro di lei: allora si distende sul letto, senza dormire, con il capo contro la spalliera, le mani infilate dentro le maniche del golf, gli occhi che si fermano lungamente sulla parete, in attesa non già di un'idea o di un fatto, ma proprio della luce, di una complicità del cielo con la sua voglia di rasserenarsi.

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